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— Credevamo che non potessi muoverti da solo.

Così vicino alla Stella Nucleo, sto riacquistando le mie forze.

— In che cosa consisterebbe quest’ultimo compito? — chiese la comandante frenando a stento l’ira.

Questa nave deve accelerare ed entrare direttamente nella Stella.

— Adesso basta! — esclamò K’Stin. — Siamo disposti a rischiare, ma non a suicidarci. Voi mollaccioni forse potete anche ubbidire all’ordine di morire di questo assurdo sferoide, noi Viver no! Non ucciderebbe solo noi, ma anche la nostra progenie.

I Viver si slanciarono per afferrare Sfera, ma s’immobilizzarono subito, come se fossero stati tramutati in pietra.

Non temete. Sono stati immobilizzati per evitare che compissero qualche gesto avventato.

— Senti, Sfera — disse Torwald — adesso devi spiegarci perché ci dovremmo tuffare nella Stella. Non potresti andarci tu e tornare qui a cose fatte? — Gli altri assentirono speranzosi.

Temo di no. Senza la mia protezione, voi e la vostra nave sareste immediatamente disintegrati e ridotti in atomi che verrebbero istantaneamente trasformati nella materia di cui è formata la Stella.

— Sfera — intervenne allora Omero — puoi dirci perché? Quali eventi ci condussero a questo singolare destino? Prima di compiere l’ultimo passo, ti prego di dirci chi sei, e chi o cosa è il Guardiano, e la natura della Stella Nucleo.

D’accordo, ma le parole sono un mezzo troppo grossolano per esprimere questi concetti. In ogni caso, le vostre menti potranno afferrare solo un fioco barlume di quanto narrerò. E quando saprete, sarete ignoranti come prima o poco meno.

— Provaci, comunque, per favore — disse la comandante. — Puoi concederci almeno questo. In fondo, credo proprio ce lo siamo meritati.

D’accordo.

Erano la coscienza collettiva dell’equipaggio della Space Angel, e si trovavano nel centro della materia. Non potevano vederla, ma la percepivano attraverso conoscenza e sensi che non erano i loro. Qui c’era l’unica Massa di materia dell’Universo, informe, priva di dimensioni, in quanto nel vuoto non esisteva niente con cui confrontarla. Nel vuoto c’era solo la Massa, e basta. Essi sapevano, come si sa in sogno, che questa Massa avrebbe creato l’Universo a loro noto.

Poi la Massa non fu più unica, ma divenne un’infinità di frammenti che si sparpagliarono in tutte le direzioni. I frammenti si spezzarono, tornarono a spezzarsi, si urtarono, si frantumarono. A poco a poco l’espansione andò rallentando. L’informità della Materia Originale, il Caos dell’esplosione produsse un nuovo fattore: l’Ordine.

Frammenti di materia cominciarono a coagularsi, i più grandi attrassero i più piccoli, Gran parte del materiale d’origine era ormai ridotto a una sottile polvere che precipitò verso potenti centri di gravità. Polvere e frammenti di materia indifferenziata cominciarono ad assumere forme rozza-mente sferoidali. Corpi più piccoli entrarono in orbita di altri più grandi. I sistemi così formatisi si disposero in gruppi di milioni, e centinaia di milioni, miliardi e trilioni intorno a un centro di gravità ancora maggiore. Questi super-raggruppamenti si evolsero in lente e in ampie spirali, ma tutto era ancora avvolto in una nube di materia disintegrata.

Poi ebbe luogo la trasformazione decisiva. Le masse di materia cozzarono l’una contro l’altra con incredibile pressione, mentre la materia cercava con cieca intensità di raggiungere il centro di gravità. Le molecole si distrussero frantumandosi, anche gli atomi si compressero in modo tale che perfino le unità fondamentali non poterono più sopportare lo sforzo. E mentre avvenivano le reazioni, le masse più grandi, una per una, esplosero in un alone di fuoco. Adesso erano diventate stelle. Il primo alito di vento solare soffiò via le nuvole di polvere dai nuovi sistemi stellari. Comparve la luce del Cosmo, e invece della materia informe vi furono stelle e galassie, ancora vibranti sotto l’impeto dell’ immane esplosione che aveva creato l’Universo.

Al centro delle nuove galassie stavano avvenendo nuovi fenomeni che non obbedivano alle leggi del resto dello Spazio e che avevano avuto inizio quando la Massa Originale era esplosa.

Questi fenomeni erano le Stelle Nucleo.

Nell’esplosione originale, non tutta la materia fondamentale era esplosa in polvere e gas. Qualche concrezione della massa originaria era rimasta relativamente intatta generando i nuclei gravitazionali intorno a cui si erano formate le galassie. I nuclei esistevano nello spazio reale pur essendone estranei, e le loro leggi e i loro processi erano estranei a essi come quelli della Massa Originale. Erano troppo grandi, troppo massicci per poter esistere nello spazio reale. Limitazioni come massa, energia, tempo non si adattavano a quelle super-stelle. Nei loro caotici vortici, fra particelle in continuo movimento, cominciò a formarsi un altro e unico fattore: l’Intelligenza.

Nel cuore di una galassia gigantesca nacque una grande mente, inevitabile risultato di un adattamento ordinato di onde e particelle, una definitiva coerenza fra gli schemi fortuiti del resto del creato. L’immensa Stella Nucleo prese coscienza di sé, e poco dopo divenne consapevole dell’esistenza di un altro essere come lei.

Le grandi intelligenze delle Stelle Nucleo si conobbero fra loro. Le norme fondamentali dell’Universo erano loro palesi, ma se ne occuparono poco. Tutto quello che in seguito le specie inferiori nate dall’esplosione primordiale avrebbero chiamato conoscenza e cultura era già noto alle Stelle Nucleo. Ma anche così fra esse ce n’ era qualcuna che non si accontentava ancora, voleva di più, simile ai membri psicopatici di società future meno evolute.

Il Guardiano era uno di questi esseri. Già Stella Nucleo, luminosissima fra le menti luminose al centro di grandi galassie, bramava il potere, che le Stelle Nucleo non prendevano in considerazione dato che erano tutte dotate di potenza divina. Ma questo non bastava a quella che diventò Guardiano, perché ambiva a dominare le intelligenze sue simili.

Cercando di conquistare questo potere commise dei delitti, incomprensibili all’intelligenza umana, e gli altri furono costretti ad agire. Si combatté una battaglia di tali proporzioni e in condizioni così estranee al pensiero umano che basti dire una sola cosa: combatterono, altro gli uomini non potrebbero capire.

Il Guardiano, vinto e mutilato, fuggì.

La mente di una Stella Nucleo ebbe l’incarico di inseguirlo: era l’essere che un giorno sarebbe stato chiamato Sfera. Erano passati eoni da quando le menti stellari avevano imparato a distaccarsi dalle loro Stelle Nucleo e muoversi liberamente fra le galassie e in regni di altre dimensioni. Massa, energia, tempo erano cose su cui gli esseri stellari esercitavano un controllo quasi assoluto.

Sfera cercò, ma aveva una debolezza comune a tutte le menti stellari: lontana dalla sua Stella Nucleo si indeboliva. Lentamente, ma inevitabilmente, i suoi poteri diminuivano. C’era però un modo per rigenerare questi poteri. Sebbene solo nelle galassie più grandi le Stelle Nucleo avessero sviluppato l’intelligenza, quelle più piccole ritenevano nel loro nucleo blocchi di materia primordiale. Non avevano sopportato le tensioni enormi grazie a cui erano nate le Menti Somme, ma possedevano energia sufficiente per rigenerare una Mente Vagante.

Quando Sfera si sentì indebolire in modo critico dovette immergersi nella Stella Nucleo di una piccola galassia. Tuttavia Sfera una volta sbagliò i calcoli e finì in una Stella Nucleo già occupata dal Guardiano.

Fra i due si scatenò una lotta titanica. Sfera, allo stremo delle forze, non riuscì a prevalere, e dovette fuggire. Così, da inseguito, il Guardiano diventò inseguitore.

La battaglia durò eoni, secondo il computo umano, e la fuga altri eoni ancora. Finalmente, piuttosto che correre il rischio di essere distrutta se avesse incontrato troppo presto l’avversario, Sfera si nascose in un pianeta insignificante, dotato però dei materiali necessari.