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«Dunque,» stava dicendo T’ton, «abbiamo lasciato alla Corporazione di Fandarel tutti i lanciafiamme che abbiamo portato con noi. Così domani tutti gli uomini delle forze di terra saranno bene armati.»

«Sì, e vi ringrazio,» tuonò Fandarel. «Ne fabbricheremo altri a tempo di primato e restituiremo i vostri al più presto possibile.»

«E non dimenticare di adattare gli spruzzatori di agenothree per irrorare l’aria,» intervenne D’ram.

«Siamo intesi,» fece T’ton, girando intorno lo sguardo sugli altri cavalieri, «che tutti i Weyr s’incontreranno, al completo, tre ore prima dell’alba al di sopra di Telgar, per seguire l’attacco dei Fili fino a Crom. A proposito, F’lar, le tue carte, che Robinton mi ha mostrato, sono superbe. Noi non abbiamo mai avuto niente del genere.»

«E come facevate a sapere quando si sarebbero verificati gli attacchi?»

T’ton alzò le spalle.

«Venivano a intervalli così regolari, quando io ero ancora un allievo, che sapevamo quando aspettarceli. Ma in questo modo è meglio, molto meglio.»

«È più efficiente,» aggiunse Fandarel in tono di approvazione.

«Dopodomani, quando tutti i Weyr si presenteranno al di sopra di Telgar, chiederemo le provviste necessarie per rifornire i Weyr vuoti.» T’ton sogghignò. «Come ai vecchi tempi: spremeremo i Signori delle Fortezze chiedendo dècime supplementari.» Si fregò le mani, soddisfatto. «Come ai vecchi tempi!»

«C’è il Weyr del Continente Meridionale,» suggerì F’nor. «In questo tempo, noi ce ne siamo andati ormai da sei Giri, e abbiamo lasciato là le mandrie. Si saranno moltiplicate, e poi ci sono frutti e cereali in abbondanza.»

«Sarei veramente felice se il nostro tentativo laggiù potesse continuare,» osservò F’lar, rivolgendo a F’nor un cenno di incoraggiamento.

«Sicuro, e continua anche a tenere laggiù Kylara,» si affrettò ad aggiungere F’nor, lanciando lampi di irritazione dagli occhi.

Stabilirono di inviare immediatamente rifornimenti ai Weyr rioccupati; poi la riunione fu aggiornata.

«È un po’ sconvolgente,» osservò T’ton, mentre brindava con Robinton, «scoprire il Weyr che abbiamo lasciato ieri in perfetto ordine, ridotto a un guscio vuoto e polveroso.» E ridacchiò. «Le donne delle Caverne Inferiori ci sono rimaste male.»

«Abbiamo ripulito le cucine,» rispose indignato F’nor. Una notte di riposo nel tempo che gli era proprio aveva cancellato in lui quasi tutta la stanchezza.

T’ton si schiarì la gola.

«Secondo Mardra, gli uomini non sono capaci di pulire niente.»

«Credi che domani sarai in grado di volare, F’nor?» chiese sollecito F’lar. Leggeva chiaramente la tensione sul volto del fratellastro, nonostante il rapido miglioramento. Eppure quei Giri durissimi erano stati necessari, e non si erano rivelati inutili neppure in retrospettiva, dopo l’arrivo di milleottocento draghi dal passato. Quando F’lar aveva ordinato a F’nor di portarsi indietro nel tempo di dieci Giri, si trovava nella necessità disperata di procurarsi rinforzi; e nessuno aveva ancora pensato al Canto delle Domande, nessuno aveva ancora parlato dell’arazzo.

«Non vorrei perdermi questa battaglia neppure se fossi senza drago!» esclamò deciso F’nor.

«E questo mi fa venire in mente una cosa,» osservò F’lar. «Domani avremo bisogno di Lessa a Telgar. Lei è in grado di comunicare con tutti i draghi, sapete,» spiegò, quasi in tono di scusa, a T’ton e a D’ram.

«Lo sappiamo,» rispose T’ton. «E a Mardra non dispiace.» Si accorse che F’lar lo fissava senza capire, e aggiunse: «Mardra, nella sua qualità di prima Dama dei Weyr, comanda lo squadrone delle regine, naturalmente.»

L’espressione di F’lar divenne ancora più sbalordita.

«Lo squadrone delle regine?»

«Ma certo.» T’ton e D’ram si scambiarono occhiate interrogative, colpiti da quello stupore. «Non impedirete alle vostre regine di combattere, per caso?»

«Le nostre regine? T’ton, qui a Benden abbiamo avuto una sola regina alla volta, da tante generazioni, ormai, che molti condannano come la peggiore delle eresie le leggende delle regine in combattimento.»

T’ton s’incupì.

«Non mi ero reso conto, fino a questo momento, di quanto sia ridotto il numero dei vostri draghi.» Poi l’entusiasmo tornò a vincerlo. «Comunque le regine sono utilissime, grazie ai lanciafiamme. Riescono a liquidare masse di Fili che agli altri potrebbero sfuggire. Volano a bassa quota, al di sotto degli altri squadroni. È anche per questa ragione che D’ram si interessa tanto agli spruzzatori di agenothree. È una sostanza che non brucia i capelli sulla testa dei sudditi delle Fortezze, per così dire, e sui campi arati è l’ideale.»

«Vuoi dire che voi permettete alle vostre regine di combattere… contro i Fili?» F’lar ignorò il fatto che F’nor e T’ton stavano sogghignando.

«Se glielo permettiamo?» gridò D’ram. «Non riusciremmo a impedirglielo! Ma non conosci le ballate?»

«Il Volo di Moreta?»

«Precisamente.»

F’nor rise sonoramente scorgendo l’espressione del viso di F’lar, mentre questi si ricacciava dagli occhi, con un gesto irritato, una ciocca di capelli, e poi cominciava a ridere a sua volta.

«Grazie. Mi avete fatto venire un’idea.»

Accompagnò gli altri Comandanti ai loro draghi, salutò gaiamente Robinton e Fandarel, più spensierato di quanto avesse mai immaginato di poter essere alla vigilia della seconda battaglia. Poi chiese a Mnementh dove fosse Lessa.

A fare il bagno, rispose il drago bronzeo.

F’lar lanciò un’occhiata nella grotta vuota della regina.

Oh, Ramoth è sul Picco, come al solito. Mnementh sembrava un po’ irritato.

F’lar udì il suono dell’acqua smossa cessare improvvisamente nel bagno. Ordinò del klah nel pozzo di servizio. Aveva tutte le intenzioni di godersi la scena.

«Oh, com’è andata la riunione?» chiese dolcemente Lessa, uscendo dal bagno, avvolta strettamente nell’accappatoio.

«Benissimo. Naturalmente, Lessa, sai che ci sarà bisogno di te, a Telgar?»

Lei lo fissò intenta per un attimo, prima di riprendere a sorridere.

«Io sono l’unica Dama del Weyr capace di comunicare con qualunque drago,» rispose, altezzosamente.

«È vero,» rispose suasivo F’lar. «E non sei più la sola, a Benden, a volare su una regina…»

«Ti odio!» gridò lei. Non riuscì a svincolarsi da F’lar, quando questi l’attirò a sé.

«Anche se ti dico che Fandarel ha un lanciafiamme per te, e che potrai unirti allo squadrone delle regine?»

Lessa smise di divincolarsi e lo fissò, sconcertata.

«E che Kylara verrà insediata come Dama del Weyr nel Continente Meridionale… in questo tempo? Nella mia qualità di Comandante del Weyr, ho bisogno di stare tranquillo, tra una battaglia e l’altra…»

L’accappatoio scivolò dal corpo di Lessa e cadde sul pavimento, mentre lei rispondeva al bacio ardentemente, come se fosse stata eccitata dalla passione dei draghi. 

Dal Weyr e dalla Conca, bronzei, marroni, azzurri e verdi, i Dragonieri di Pern s’innalzano: ora li vedi e subito li perdi.

 Schierati sopra il Picco del Weyr di Benden, tre ore scarse prima dell’alba, duecentosedici draghi in formazione attendevano che F’lar, sul suo bronzeo Mnementh, terminasse di passarli in rassegna.

Laggiù, nella Conca, erano raccolti tutti gli abitanti del Weyr, e tra gli altri anche alcuni di coloro che erano rimasti feriti nel corso della prima battaglia. Tutti, cioè, tranne Lessa e Ramoth. Si erano recate al Weyr di Fort, dove si stava radunando lo squadrone delle regine. F’lar non riusciva a reprimere un brivido di preoccupazione al pensiero che anche Lessa e Ramoth si accingessero a combattere. Era un riflesso condizionato, eredità dei tempi in cui Pern aveva avuto una sola regina. Se Lessa aveva potuto balzare in mezzo tornando indietro nel tempo di quattrocento Giri per condurre lì cinque Weyr, era certamente in grado di badare a se stessa e a Ramoth in una battaglia contro i Fili.